Quando nel 1962 Franco Albini e Franca Helg ricevono l'incarico di progettare gli interni della metropolitana di Milano, le stazioni erano in sostanza già ultimate nel grezzo e gli scavi per la linea 2 erano già stati avviati, su progetto e realizzazione di MM - Metropolitana Milanese spa.
Il progetto quindi venne già sviluppato con una formula "espandibile" nei colori e nel modello a future evoluzioni. Ma dietro le scelte tecniche e tecnologiche dei cantieri per le numerose stazioni delle due linee metropolitane - la Rossa, M1, e la Verde, M2 - si cela un team di professionisti protagonisti della vicenda che sono stati fondamentali per l'intero processo e sono indissolubilmente legati alla storia delle costruzioni di Milano.
Se a disegnare la Brand Identity e il wayfinding della Metro fu chiamano il designer di fama internazionale Bob Noorda (già autore dei più importanti brand design di aziende italiane come Eni e Olivetti), per la direzione lavori Studio Albini assunse l'architetto Antonio Piva, affiancato e poi sostituito da TEKNE SpA - diretta dall'olivettiano Roberto Guiducci (già in rapporti con Noorda per i numerosi cantieri Olivetti) e da Giulio Rusconi Clerici, già parallelamente impegnato in Valtolina Rusconi Clerici spa, insieme al fratello Carlo Rusconi Clerici e all'ingegner Giuseppe Valtolina, uomo di fiducia della Pirelli.
La chiave vincente del progetto si rivelò proprio il gruppo professionale che progettò, seguì e diresse la realizzazione delle due linee metropolitane. Mentre TEKNE dirigeva le nuove aperture della M1, nel 1964 iniziarono i lavori delle stazioni M2, con Valtolina Rusconi Clerici alla direzione Lavori, protrattisi fino al 1969.
Le due società (che nel 1972 si sarebbero poi fuse) si rivelarono fondamentali per un'opera dalle tempistiche così serrate e dall'introduzione di sistemi progettuali e impiantistici innovativi o sperimentali. La Pavimentazione Pirelli in linoleum necessitava di maestria ed esperienza di installazione per accentuare i vantaggi di isolamento e pulizia che prometteva e in questo Valtolina e Rusconi Clerici si rivelarono fondamentali, grazie alla loro consolidata esperienza di progettazione e direzione lavori per i numerosi edifici e stabilimenti Pirelli che progettavano già dagli anni 50, utilizzando proprio materiali simili da cui si sviluppò la soluzione per la metropolitana.
Alcune scelte progettuali per quelle poche stazioni ancora da ultimare nella parte strutturale richiedevano, dall'altro lato, una conoscenza ingegneristica più simile alle grandi luci degli edifici industriali piuttosto che di ambienti interrati di tipo "civile". Ne è un esempio la copertura della stazione di Amendola Fiera, progettata da Arrigo Arrighetti tramite l'utilizzo di elementi autoportanti e pannelli in fibra di resina sintetica (posta sotto vincolo monumentale nel 2008, per aver meglio conservato elementi di progetto originale, insieme a Caiazzo M2).
Oppure ancora la corretta gestione e installazione dei numerosi cavedi a parete per impianti e sistemi tecnologici dal concept lungimirante che tutt'oggi rappresentano un punto importante della pulizia formale ed estetica delle stazioni.
Per TEKNE e VRC furono anni importanti che consolidarono la credibilità progettuale e di ingegneria integrata con la Direzione Lavori, ma che aprirono le porte a numerosi altri interventi e ad aspetti più vicini ad una "società di ingegneria" che ad uno studio di professionisti associati, di tipo più tradizionale.
Proprio grazie a questo importante lavoro avvenne poi l'incontro tra TEKNE e Noorda, dal quale nacque l'idea grafica del logo storico inaugurato nel 1965 e utilizzato per oltre 20 anni.
Alcuni scatti provenienti dal nostro archivio storico, di cui parte realizzata dal fotografo Aldo Ballo.
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